About the women: come le donne del passato ci hanno permesso di essere le donne del presente

Quale miglior giorno per parlare delle donne che hanno fatto la storia se non oggi, 8 Marzo? Tante sono le donne che hanno fatto la differenza nel mondo, quindi abbiamo pensato di selezionare per voi cinque storie di donne-modello che con le loro conquiste hanno rivoluzionato la società. 

La scienziata, fisica e chimica polacca Maria Salomea Skłodowska, naturalizzata Marie Curie, è stata la prima donna a ricevere non uno bensì due premi Nobel: il primo per la fisica insieme al marito nel 1903, e il secondo per la chimica da sola nel 1911. Ma non fu facile raggiungere questo grande traguardo: in Polonia all'epoca le donne non erano ammesse all'università, perciò decise di trasferirsi a Parigi ed entrò alla Sorbona. Insieme al marito scoprirono due nuovi elementi radioattivi, il polonio e il radio. Marie avrebbe potuto brevettare la loro scoperta, ma decise invece di rendere disponibili a tutti gratuitamente i frutti della ricerca. La sua immensa passione fu anche la causa della sua morte: si ammalò per la prolungata esposizione alle radiazioni (ancora oggi i quaderni e gli strumenti di Marie sono radioattivi, e se li si vuole osservare e maneggiare è necessario indossare vestiti e guanti protettivi).

Nata nel 1897 negli Stati Uniti, Amelia Earhart si innamorò degli aerei quando all'età di 23 anni salì a bordo di un biplano per fare un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles: in quel momento capì di voler imparare a volare ed iniziò a frequentare lezioni di volo. Un anno dopo riuscì anche a comprare il suo primo aeroplano, di colore giallo che chiamò “il Canarino”. Nel 1932 diventò la prima donna a sorvolare l'Oceano Atlantico in solitaria. Batté anche un altro record, fu infatti la prima donna ad attraversare in volo il Pacifico, ma Amelia voleva di più: voleva essere la prima donna a compiere il giro del mondo su di un aeroplano. L'atterraggio era previsto sull'isola di Howland, ma purtroppo non vi arrivò mai. Il suo aereo sparì nel luglio del 1937 in un punto imprecisato sopra l'Oceano Pacifico e non fu mai più ritrovato. Dopo la sua tragica scomparsa la Earhart è divenuta non solo una eroina dell'aviazione ma anche un'icona del femminismo.

Rita Levi-Montalcini, neurologa nata a Torino nel 1909, è stata la prima ed è tuttora l'unica donna italiana ad aver vinto un premio Nobel per la medicina, assegnatole nel 1986 per i suoi studi sul sistema nervoso. Di famiglia ebrea, durante l'occupazione nazifascista fu vittima delle leggi razziali e fu costretta ad emigrare in Belgio: pensate che dopo essere rientrata in patria allestì un laboratorio nella sua camera da letto. Oltre ad essere una scienziata è stata anche accademica e politica: ha sempre supportato le battaglie a favore delle donne, difendendo il divorzio e gli anticoncezionali, e negli anni '70 ha contribuito alla regolamentazione della legge sull'aborto. Il suo impegno civile includeva anche progetti per l'emancipazione delle donne africane.

Una delle più note eroine dei diritti civili dei neri è sicuramente Rosa Parks, la sarta che il 1° dicembre del 1955 decise di sedersi nelle file centrali di un autobus di linea che percorreva le strade di Montgomery, una cittadina dell'Alabama. Quando il conducente le intimò di alzarsi per cedere il posto ad un passeggero bianco, lei prontamente si rifiutò e per questo trascorse la notte in prigione: quel “no” diede il via ad una memorabile protesta per la lotta alla segregazione razziale che opprimeva gli Stati del Sud. Gli afroamericani erano relegati in appositi settori separati da quelli dei bianchi presenti in tutti i luoghi pubblici (diversi wc, fontanelle, ascensori), e non potevano inoltre entrare nelle scuole più prestigiose, accedere a molte professioni né votare. In seguito al coraggio di Rosa, i cittadini di Montgomery decisero di boicottare i mezzi pubblici: il dissenso proseguì per 381 giorni, al termine dei quali la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò incostituzionale la segregazione sui mezzi di trasporto. Parks perse il lavoro, ma divenne segretaria di un membro del Congresso, fondò un istituto a sostegno degli afroamericani, ed ottenne la medaglia d'oro del Congresso, il più alto riconoscimento civile. Il 1° dicembre è diventato il “Rosa Parks Day” e nel corso degli anni in diversi Stati sono state erette statue in onore di questa donna, che nel suo piccolo ha contribuito a cambiare la storia.

Nel 1885 Elizabeth Cochran scrisse una lettera di protesta al giornale “Pittsburgh Dispatch”, che aveva pubblicato un articolo nel quale le donne che lavoravano erano descritte come mostri e la casa era ritenuto l'unico posto per loro. Il direttore (inizialmente convinto che si trattasse di un uomo) rimase colpito dalla lettera ed offrì un posto ad Elizabeth, che decise di firmarsi con il nome d'arte di Nellie Bly. Nei suoi articoli parlava di divorzio e di sfruttamento delle donne, di differenze salariali e di mancanza di sicurezza sul lavoro: Nellie era scomoda, e dopo aver trascorso sei mesi in Messico a scrivere di corruzione, venne relegata agli articoli di giardinaggio e di moda. Stufa di essere zittita decise di andare a New York, dove divenne famosa come pioniera del giornalismo investigativo: assunta da Pulitzer al “New York World”, fece tra le altre una importante inchiesta sugli istituti psichiatrici. Fingendosi mentalmente disturbata, riuscì a farsi internare per alcuni giorni in un manicomio femminile, dove denunciò il clima di degrado e violenza che vi imperversava. Arrivò anche a farsi arrestare per raccontare la situazione delle detenute nelle carceri. Dopo essere stata incoronata “la miglior reporter d'America”, Nellie raggiunse la fama nel 1889 quando, dopo aver letto il “Giro del mondo in ottanta giorni” di Jules Verne, chiese a Pulitzer di finanziarle un viaggio in solitaria intorno al mondo che avrebbe compiuto in meno di 80 giorni. Il quotidiano pubblicava ogni giorno i suoi racconti e un gioco dell'oca intorno al mondo: i lettori scommettevano e parteciparono ad una lotteria cercando di indovinare l'orario esatto in cui Nellie sarebbe tornata. Riuscì a battere il record, approdando a New York dopo 72 giorni, 6 ore e 11 minuti. Bly fu anche inviata di guerra durante la Prima Guerra Mondiale.

Se oggi godiamo di maggiori diritti rispetto al passato, lo dobbiamo alle nostre tenaci antenate che hanno lottato strenuamente in un mondo patriarcale, per regalare alle generazioni future quelle stesse condizioni che erano state loro negate. Leggendo queste storie, dovremmo sempre ricordarci che nessuno può limitare la nostra forza. Una donna può essere ciò che vuole ed è proprio nel momento in cui libera se stessa che passa alla storia.